Una pioggia di bombe. Questa è la risposta di Mosca alla risoluzione del Parlamento Europeo con cui ha dichiarato la Russia, uno Stato sponsor del terrorismo. Questo, almeno, è quanto ha dichiarato Kiev. Ma è indubbio che la tempistica sembra avvalorare questa tesi. Di una volontà di oscurare l'ennesimo successo diplomatico dell'Ucraina. Certo è, che guardando il quadro generale, l'impressione è che l'Armata abbia voluto davvero lanciare un'offensiva aerea annichilente su tutto il Paese, colpendo anche Leopoli e la capitale, dimostrando di avere il pieno controllo dei cieli. 5 bombardieri russi sono decollati da Mariupol, pesanti ride hanno colpito Kiev provocando vittime e feriti e danneggiando infrastrutture, soprattutto quelle civili. Diversi quartieri della capitale ucraina sono rimasti senza luce ed acqua, mentre il Governo ha lanciato un appello alla popolazione affinché si ripari nei rifugi e si faccia scorta. Mentre a Leopoli e a Kharkiv, è scattato il Blackout totale. Un blackout che ha costretto 3 centrali atomiche, tra cui Zaporizhzhia, ad interrompere le forniture elettriche ed entrare in modalità di stand-by. Sono state segnalate delle interruzioni di corrente anche in Moldavia. La minaccia, però, non arriva solo dal cielo: Kherson, la città liberata 10 giorni fa dalle truppe ucraine, continua a essere martellata dagli obici dell'artiglieria russa, schierata sulla sponda orientale del Dnipro. Qui, è stato colpito anche un reparto maternità, dove un neonato è morto. Preoccupa, in particolare, il fatto che i russi sembrano poter attingere ad un arsenale quasi infinito e, non è dato sapere naturalmente, se anche loro stiano dando fondo alle munizioni, come invece, sta accadendo agli occidentali.























