Una nuova pioggia di droni apre la strada all'avanzata. A terra, le truppe di Mosca sfondano la linea del fronte. L'obiettivo è Pokrovsk, città chiave nell'oblast di Donetsk, per ottenere il controllo del Donbass. In soli tre giorni la Russia ha guadagnato circa 10 chilometri a nord-est della città, snodo logistico fondamentale per i rifornimenti della difesa ucraina. Un progresso lento ma costante e soprattutto strategico, dopo mesi di stallo e avanzate minime su entrambi i fronti. Per Mosca, la conquista di Pokrovsk significherebbe consolidare il controllo della Regione, specie in vista di un eventuale congelamento del fronte da concordare in fase di negoziati. Per Zelensky, che ribadisce di non voler cedere il Donbass, significherebbe invece perdere un tassello cruciale. I piccoli gruppi di ricognizione e penetrazione utilizzati dalla Russia per testare le difese proseguono così l'avanzata, ma non dispongono ancora del sostegno necessario a consolidare le posizioni acquisite. Per contenere la minaccia, Kiev ha dispiegato la brigata Azov, considerata una delle unità delle forze di Kiev più temprate al combattimento. Militari e analisti concordano sul fatto che una presa di Pokrovsk sarebbe disastrosa e porterebbe al collasso del fronte. Perdere Pokrovsk vorrebbe dire infatti tagliare le vie di collegamento con le altre città dell'area, come Kramartovsk, Sloviansk e Kostantinovchia. Intanto, sempre nel Donetsk, continuano le operazioni di evacuazione dei civili. Il governatore della regione ha ordinato alle famiglie di lasciare diverse località. Secondo quanto riportano le autorità locali, nella zona si troverebbero ancora oltre 1000 bambini. .























