La denuncia delle vittime fa eco alle reciproche accuse tra Ucraina e Leader indipendentisti. La milizia popolare comunica la morte di civili nella Repubblica autoproclamata di Lugansk, a 7 km dal confine con la Russia, a seguito dell'aggressione dei militanti di Kiev, si legge nella nota. Tra le vittime subite da Kiev invece soldati, nei giorni scorsi. E poi la cronaca dell'attacco ai media. Fuggono più veloce possibile, giornalisti e militari ucraini. Si trovano nella Regione del Donbass per visitare la zona del conflitto da un avamposto quando partono i colpi. È una lunga corsa a perdere il fiato fino ad un nuovo rifugio. Portato via in auto anche il Ministro dell'Interno ucraino Monastirskij, in visita al fronte accompagnato dei giornalisti. Queste sono le terre di confine, delle sedicenti Repubbliche indipendentiste. Nel centro di Donetsk si ripetono esplosioni. Le scuole sono state chiuse e bloccati i mezzi di trasporto pubblici. Gli osservatori dell'OSCE denunciano 1500 violazioni di cessate il fuoco tra le regioni di Donetsk e Lugansk. I vertici dell'Organizzazione esprimono deplorazione per la diffusione della disinformazione sull'imminente azione militare delle forze governative ucraine che spaventa i civili. Mappe dettagliate sui piani dell'attacco di Kiev sono pubblicate sui canali Telegram dei separatisti. L'Ucraina smentisce ogni intenzione e chiarisce diffondendo immagini dal fronte dove un soldato di 23 anni spiega che l'ordine è di non rispondere ai ribelli. I ribelli hanno pubblicamente ordinato la mobilitazione generale delle forze militari e l'evacuazione di civili oltre il confine. 40 mila profughi sono arrivati nella Regione del Rostov, secondo la comunicazione del Ministro russo ad interim per le situazioni di emergenza Chupriyan. A Kiev c'è chi prega per la pace.























