Ancora esplosioni a Kiev. E l'allarme antiaereo è scattato di nuovo nella capitale e in altre sette regioni, gli attacchi russi dal cielo non si fermano in Ucraina, la guerra va avanti a colpi di droni e di armi in una vigilia di Natale che non prevede tregue ma combattimenti. A preoccupare il crescente aumento della fornitura militare di Pyongyang a Mosca che vede impegnate decine di fabbriche nordcoreane lavorare a pieno regime, come riferisce il Wall Street Journal, con un costo di perdite di vite altissimo che però non ferma Kim Jong-un. Oltre tremila uomini già sono morti, riferisce il presidente Zelensky, ma aldilà delle cifre e dei numeri quello che sembra certo e che Kim Jong-un stia velocizzando la produzione e la consegna di droni autodistruggenti alla Russia, oltre a lanciarazzi, missili balistici e artiglieria semovente, in cambio per Pyongyang ci sarebbero soldi e forniture energetiche e un'asse fra Putin e Kim sempre più solida. Così un'armata fragile male addestrata di soldati nordcoreani che non è preparata a combattere in prima fila è stata inviata nel kursk russo, per metà occupato delle forze ucraine in estate, e che Putin sta tentando di riprendersi. Ci sarebbero eserciti, uomini con i volti sfigurati sepolti fra la neve, irriconoscibili. Intanto è mistero su una nave cargo russa affondata nel Mar Mediterraneo a causa di una non meglio precisata esplosione nella sala macchine. Il Ministero degli Esteri del Cremlino ha fatto sapere che al momento dell'incidente la nave si trovava tra l'Algeria e la Spagna, due membri dell'equipaggio risultano dispersi, 14 sarebbero stati portati in salvo nel porto di Cartagena in Spagna. Secondo quanto è stato ricostruito la nave aveva lasciato San Pietroburgo circa due settimane fa diretta al porto di Vladivostok dove era attesa per il 22 gennaio, ma per l'Intelligence di Kiev la nave si stava dirigendo in Siria per prelevare armi russe dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.