Il postino ha fatto il suo dovere, suonando due volte. Stati Uniti e NATO hanno risposto per iscritto, come richiesto da Mosca, alle condizioni poste dalla Russia per ridurre il numero dei soldati e mezzi militari ammassati attorno all'Ucraina. Le lettere sono e resteranno segrete ma dalle dichiarazioni pubbliche di chi le ha scritte si capisce abbastanza cosa contengano. Alla principale richiesta di Putin, garanzie che l'ex Repubblica Sovietica non entri mai a far parte dell'Alleanza Atlantica, c'è scritto non se ne parla perché ognuno si sceglie le proprie amicizie e la NATO è una coalizione difensiva per definizione sempre aperta a nuovi membri. "Noi prendiamo la diplomazia seriamente, lavoriamo, agiamo per garantire le difese dell'Ucraina è una risposta anche alla Russia." Dove invece l'occidente sembra incline ad accontentare il Cremlino è nel non piazzarli, nei Paesi confinanti, un arsenale di missili puntato contro, in cambio però si aspetta che Mosca richiami le truppe. "La Russia deve ritirare le forze dall'Ucraina, dalla Georgia, dalla Moldavia, dove sono dispiegate senza il consenso di questi Paesi." Per il Dipartimento di Stato, Mosca muoverà contro l'Ucraina entro metà febbraio, per questo ragiona di aumentare i rinforzi da inviare sul fianco sudorientale: Bulgaria, Ungheria e Romania. Secondo l'Intelligence, le truppe russe non sono ancora in modalità da combattimento, se dovesse loro arrivare l'ordine di attaccare per posizionarsi impiegheranno una o due settimane almeno.