Tra i tanti tentativi di mediazione nei 16 mesi di guerra, l'ultimo è stato quello africano con i rappresentanti di 7 paesi che hanno prima incontrato il presidente ucraino e poi quello russo. Ma a ribadire quanto sia stata effimera questa missione, ieri sera, è stato proprio Zelensky. La delegazione ha avuto l'opportunità di vedere chi è veramente interessato alla pace e chi invece incarna la guerra. È stato molto chiaro ha detto il leader ucraino. Colloqui che si sono aperti e chiusi nel sottofondo di continui bombardamenti. I raid russi hanno, infatti, colpito diverse zone del Donbas con oltre 40 attacchi aerei, danneggiando più di 20 edifici residenziali, una scuola e altre infrastrutture, ma soprattutto uccidendo diversi civili tra cui anche bambini. A Kherson, già prima colpita dall'inondazione dovuta all'esplosione della diga di Kakhovka, 14 mila cittadini vivono senza elettricità e con un livello medio d'acqua di 93 centimetri. Il tutto, mentre un'indagine del New York Times inchioda Mosca. Secondo le prove, sarebbero stati proprio i russi, spiega la testata, a causare l'esplosione della diga provocando l'inondazione di 600 kilometri quadrati di terra e lasciando dietro di sé almeno 45 vittime. E mentre le forze di Mosca continuano ad avanzare in quattro direzioni nel Donbas, la controffensiva ucraina avanza verso sud nella direzione di Melitopol. Le forze di Kiev hanno infatti conquistato un villaggio nella regione di Zaporizhzia anche se i russi non sembrano intenzionati ad abbandonare la zona che per loro rimane un importante centro logistico.