Di fronte alle rivelazioni dei cosiddetti Paradise Papers, l’inchiesta giornalistica che ha messo in luce clamorosi episodi di evasione fiscale da parte di vip e potenti, l’Europa intende ora reagire. Entro la fine dell’anno, dunque, sarà pronta una lista nera dei paradisi fiscali extraeuropei, per la quale si stanno affinando i criteri di selezione e di cui si è discusso a Bruxelles nel vertice dei ministri delle finanze europei. L’elenco, che dovrebbe comprendere una cinquantina di paesi, renderebbe più facile eventuali sanzioni nei confronti dei paesi che non collaborano, come il taglio degli aiuti internazionali, suggerito dalla Francia. Nella lista nera non ci saranno Paesi dell’Unione europea, dice il Commissario Moscovici, nonostante, secondo il quotidiano Le Monde, la Commissione stia in realtà indagando per pratiche fiscali scorrette nei confronti di Malta e dell’Isola di Man, un territorio autonomo, ma formalmente dipendente dalla corona britannica. Ma al vertice di Bruxelles sotto la lente anche le nuove regole sui crediti deteriorati, proposte dall’SSM, l’organo di supervisione della Banca centrale europea, regole contestate soprattutto dall’Italia, sia nel merito, perché imponendo una rapida stretta rischiano di creare nuove fragilità, che nel metodo. Una posizione che vede d’accordo anche il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che nelle scorse settimane aveva formalmente protestato con la BCE, accusata di aver invaso il potere legislativo di Strasburgo.