Irma continua la sua folle corsa e punta dritto verso la Florida, dove arriverà nella notte fra sabato e domenica. Ma intanto sul suo cammino già lascia morte e distruzione. Le piccole isole caraibiche che ha incrociato con i suoi venti a 300 chilometri all’ora praticamente non esistono più. In alcuni casi, oltre il 95 per cento degli edifici è andato distrutto; già migliaia le persone senza luce e soprattutto senza casa, mentre un altro uragano, Josè, al momento di categoria 3, dovrebbe seguire già nelle prossime ore la scia di Irma, assestando un nuovo drammatico colpo a territori già ferocemente danneggiati. E se nei Caraibi ora si pensa a come proteggersi da Josè e a come trovare le forze e i fondi per ricostruire dopo, nel sud-est degli Stati Uniti ci si prepara al peggio. Irma è l’uragano più forte che si sia mai formato nell’Oceano Atlantico, grande come la Francia. E anche se prima di toccare gli Stati Uniti sembra destinato a perdere leggermente di potenza, secondo il Governatore della Florida Rick Scott rischia di essere il più devastante che si sia mai abbattuto sul Sunshine State. Non a caso, le zone costiere sono state evacuate, a partire dalle isole Keys e Miami Beach, meta storica anche del turismo italiano. Da domani i porti saranno chiusi, mentre la maggior parte dei voli sono già stati cancellati. Eppure dalle zone costiere si continua a scappare, anche in macchina. Le code in uscita da Miami sono lunghissime, come quelle alle stazioni di rifornimento, con difficoltà di approvvigionamento, ormai, sia per la benzina che per i beni di prima necessità, che iniziano a scarseggiare nei supermercati. Ma non solo la Florida: l’allarme è stato esteso anche alla Georgia e al South Carolina.