“Andate a votare di nuovo”. L’ultima provocazione di Donald Trump è diretta a quanti hanno già espresso la loro preferenza con il voto anticipato e che adesso, invece, dopo lo scandalo delle mail della Clinton, possono aver cambiato idea. In vari Stati come Michigan, Pennsylvania e Minnesota, d’altronde, questa possibilità esiste e il Tycoon newyorkese sa bene che, nonostante i sondaggi lo diano in avvicinamento nei consensi ad Hillary Clinton, ed alcuni addirittura ne certifichino il sorpasso, la Casa Bianca alla fine sarà segnata dai 538 grandi elettori che usciranno dalle urne di ogni singolo Stato. La candidata democratica, sulla carta, al momento, ne ha molti di più. Per farcela, Trump dovrebbe vincere in tutti i cosiddetti “Swing States”, gli Stati in bilico, un’impresa che, nel fronte repubblicano, sperano sia ancora possibile, soprattutto grazie all’aiuto arrivato dalle rivelazioni dell’FBI. Il Bureau, infatti, dopo aver reso nota l’esistenza di oltre 600.000 mail che potrebbero far riaprire il caso legato all’utilizzo dell’indirizzo di posta elettronica privato della Clinton quando era segretario di Stato, ha anche tirato fuori dai cassetti le carte su una vecchia inchiesta da tempo archiviata sulla controversa grazia concessa da Bill Clinton nel 2001 per un suo amico finanziatore, Marc Rich, scappato in Svizzera dopo essere stato accusato di aver evaso le tasse per milioni di dollari e di aver fatto compravendite di petrolio con l’Iran durante l’embargo. I democratici sono sempre più furiosi e domandano pubblicamente all’FBI e al direttore James Comey di concentrarsi anche sui rapporti sospetti tra Trump e la Russia di Vladimir Putin, anche se fonti del Bureau fanno sapere che a riguardo non è stato trovato nulla di concreto. E così, mentre lui insinua una possibile crisi costituzionale nel caso di elezioni della Clinton, lei prova a riportare sotto i riflettori i comportamenti sconvenienti di Trump con le donne, invitando sul palco di un suo comizio in Florida Alicia Machado, l’ex Miss Universo apostrofata come “grassa e insopportabile” da Donald, mentre il New York Times torna a spulciare la sua dubbia situazione fiscale. A sei giorni dal voto, a questo punto, l’unica certezza che rimane è che l’America sta vivendo una delle campagne elettorali più velenose, divisive e livorose di tutta la sua storia.