Quando i sondaggi si contraddicono, e comunque sono così vicini, ogni singolo voto conta. E così, mentre Donald Trump chiede a chi ha approfittato delle consultazioni anticipate di andare a rivotare negli Stati che lo permettono alla luce dello scandalo delle mail che ha travolto Hillary Clinton, la candidata democratica manda avanti Barack Obama per rinsaldare la base dell’elettorato afroamericano. Secondo gli ultimi dati, infatti, i neri stanno andando a votare molto meno di quattro anni fa e questa non è una buona notizia per la Clinton, che comunque, stando ai numeri, dovrebbe ancora riuscire ad aggiudicarsi la maggior parte dei 538 Grandi Elettori e arrivare dunque alla Casa Bianca. Certo, in questo momento per lei non c’è pace. Prima le mail ritrovate nel computer del marito di una delle sue più strette collaboratrici che aprono nuovi possibili filoni di indagine per l’utilizzo il suo indirizzo di posta elettronica privato quand’era Segretario di Stato, poi i nuovi file rivelati sempre dall’FBI nel quadro dell’inchiesta, ormai archiviata, su una dubbia grazia concessa da Bill Clinton nel 2001, senza contare gli aggiornamenti continui di Wikileaks che si stanno concentrando sulle mail di John Podesta, numero uno della campagna di Hillary. “Poco, invece, è stato fatto dal Bureau per scoprire i legami fra Donald Trump e il Presidente russo Vladimir Putin”, accusano i democratici, mentre lo stesso Obama per la prima volta oggi ha parlato dell’email gate, ribadendo la sua fiducia nella Clinton e inviando un messaggio chiaro all’FBI: “Le indagini si fanno su prove concrete, non su informazioni incomplete e fughe di notizie” ha spiegato il Presidente americano quando mancano ormai solo sei giorni al voto che determinerà chi fra Hillary o Donald arriverà al 1600 di Pennsylvania Avenue portando comunque con sé il bagaglio pesante di questa campagna elettorale, caratterizzata da scandali, colpi bassi e insulti.