Usa, ex capo 007 smentisce accuse di Trump

05 mar 2017
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Dopo i tweet d’accusa e la richiesta di indagine ufficiale, Donald Trump ha chiesto al Congresso di indagare su possibili abusi di potere da parte dell’Amministrazione Obama, a ridosso delle elezioni presidenziali. È una nota della Casa Bianca a confermare la mossa del neopresidente. Ieri i cinguettii da Palm Beach, oggi il passo ufficiale dal 1600 di Pennsylvania Avenue, rafforzando le accuse di spionaggio al suo predecessore, che avrebbe fatto mettere i telefoni della Trump Tower sotto controllo durante la campagna presidenziale. “Le notizie riguardo indagini, con potenziali motivazioni politiche, subito prima delle elezioni del 2016, sono molto preoccupanti”, recita il comunicato, che prosegue: “il Presidente Trump chiederà che come parte dell’indagine sulle attività russe, i comitati di intelligenza del Congresso esercitino la loro attività di controllo, per determinare se i poteri di indagine dell’esecutivo siano stati oggetto di abusi nel 2016”. Il Tycoon aveva lanciato ombre sull’operato di Obama, paragonandolo al Nixon dello scandalo Watergate, e rispolverando un clima da maccartismo, da caccia alle streghe. Tutto ciò, senza portare prove a sostegno delle sue accuse. Trump ha anche sostenuto che un tribunale avrebbe respinto una richiesta di intercettare il suo telefono, ma che poi l’intercettazione sarebbe avvenuta lo stesso. Le velleità accusatorie di Trump sono state picconate oggi da James Clapper, ex numero 1 dei servizi americani, che ha chiarito “non c’è stata alcuna attività di intercettazione nei confronti di Trump da Presidente, da Presidente eletto e da candidato, e mai è stata intercettata la sua campagna”, mentre Nancy Pelosi, leader dei democratici alla Camera dei rappresentanti del Congresso, ha liquidato le accuse di Trump contro Obama definendole “un insulto e semplicemente ridicole”. A monte di questa offensiva di Trump, in molti vedono l’ombra del solito Steve Bannon, e dà una notizia pubblicata dal sito politico conservatore breitbart.com, creato e diretto fino allo scorso anno proprio da Bannon, ora ideologo e Consigliere più ascoltato del Tycoon alla Casa Bianca. Ma l’FBI finora non ha smentito né voluto confermare queste accuse. Breitbart, soprattutto nell’ultimo anno, è stato una sorta di Pravda di Trump, pronto a diffondere disinformazione e notizie false quando faceva comodo al candidato repubblicano. Sarà così anche stavolta?.

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