Usa, fisco apre indagine su redditi di alcuni miliardari

09 giu 2021
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Voi non lo sapete ma anche i ricchi piangono. Prendete Jeff Bezos, fondatore di Amazon, oggi secondo uomo più facoltoso al mondo. Nel 2011 i suoi investimenti furono così sgangherati che perse più soldi di quanti non ne avesse guadagnati, tanto da non dover pagare neppure un centesimo in tasse federali. Anzi: chiese uno sconto per figli a carico e il governo americano gli concesse 4000 dollari. Anche se all'epoca la sua azienda valeva in Borsa già 18 miliardi. Detto così fa sensazione. Ma se si gioca con i dati del fisco americano ottenuti dal sito web ProPublica, di storie così se ne trovano tante. Dal 2014 al 2018, ad esempio, Warren Buffett, Il formidabile investitore che secondo Forbes ha un patrimonio da un centinaio di miliardi, ha incamerato redditi personali per 125 milioni, ne ha pagati in tasse 23,7 ma siccome il valore di Borsa della sua società è aumentato di 24 miliardi, quello che ProPubblica chiama il suo "carico fiscale effettivo" è stato di appena lo 0,1%. Record del mondo. Molto peggio, nello stesso periodo è andata a Elon Musk (quello che a Bezos contende da anni la testa della classifica): stangato sui suoi 13 miliardi e 900 milioni di guadagno delle azioni Tesla, che gli sono valse redditi per 1 miliardo e mezzo, con una imposizione del 3.27%. Una famiglia americana media con un bilancio da 70 mila dollari l'anno, per dire, paga il 14. Bando alle facili indignazioni, però: il pilastro del sistema fiscale statunitense è tassare i redditi, o gli utili di un'azienda, più che la ricchezza in sé. É la stragrande maggioranza dei patrimoni dei miliardari è fatta per l'appunto di azioni, titoli o proprietà, che non vengono tassati fin quando non vengono venduti, generando un profitto. Il presidente Biden, che recentemente ha messo in guardia dai pericoli del concetto di economia a somma zero: se sei ricco tu sono povero io, dice spesso che è giusto aumentare un po' le tasse perché è la classe media ad aver costruito l'America, e non Wall Street. Vero a metà: perché senza Wall Street l'America non avrebbe avuto benzina per il suo formidabile motore. "Paghiamo quanto dice il fisco", si difendono dal banco degli imputati. Ecco magari, Il punto è proprio questo.

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