Lo scenario è sempre più ampio. Chi pensava che Trump scegliesse i propri uomini stile “fast and furious” si sbagliava. Gli incontri si susseguono e i nomi sono diversi. La svolta a destra impressa dal Presidente eletto con il tris di nomine (Pompeo alla CIA, Sessions alla Giustizia e Flynn alla Sicurezza nazionale) potrebbe rallentare se nel team del Presidente entrasse Mitt Romney, una volta grande nemico e oggi rivalutato e, addirittura, in corsa per il Dipartimento di Stato, casella nella quale spingono per farsi largo l’ex sindaco “tolleranza zero” Rudolph Giuliani, l’ex ambasciatore alle Nazioni Unite John Bolton e la governatrice del South Carolina Nikky Haley, fortemente sponsorizzata dal Tea Party. Meno trafficata la strada per il Pentagono, con solide chance per il generale James “Mad Dog” Mattis, forse il più falco di tutti, per la posizione della pace già palesata nei confronti dello Stato Islamico e dell’Iran. Se la scelta del Presidente cadesse su di lui, sarebbe chiara a tutti la svolta in politica estera che Trump intende imprimere. Dal cilindro del Tycoon potrebbero presto uscire altri nomi, come Wilbur Ross, supermanager e investitore specializzato in acquisizione e ristrutturazione di società in crisi, in corsa per la poltrona di Segretario al Commercio. Scegliere Ross spiegherebbe la conferma, da parte di Trump, di garantire una politica decisamente protezionista, in evidente discontinuità con i precedenti Governi. Intoccabile appare Steven Mnuchin, ex banchiere di Goldman Sachs e co-fondatore del Dune Capital Management. Insomma, un veterano del mondo finanziario che, da tempo, è in affari con il magnate newyorchese. Per lui, è pronta la poltrona di Segretario al Tesoro. Resta, infine, il grande nebuloso scenario nel quale potrebbero muoversi Ivanka Trump e suo marito Jared Kushner, ma questa è davvero una storia a parte ancora tutta da scrivere.