Dove non è riuscita la "maggioranza Ursula", è riuscito il vino. Lo ha difeso una coalizione trasversale tra i partiti. Non sarà equiparato al tabacco nel piano europeo di contrasto al cancro che, pur non essendo vincolante, aveva messo in allarme i produttori per il tipo di messaggio veicolato. Sulle etichette delle bottiglie non compariranno avvertenze sanitarie: le ha cancellate un emendamento, approvato dall'Europarlamento. Rimane un invito a migliorare le informazioni sulle bottiglie per promuovere un consumo moderato e responsabile, che inizialmente non era stato distinto dall'abuso e quindi veniva scoraggiato come comportamento a rischio. "Ringraziamo i parlamentari italiani che si sono opposti a questa dinamica europea che vuol cercare di criminalizzare i prodotti dell'agricoltura italiana. Credo sia un evidente tentativo, appunto, di cercare di buttare discredito". La politica italiana ha esultato in blocco alla fine di una battaglia davvero bipartisan. Tutti i partiti celebrano non solo la tutela di un caposaldo della cultura mediterranea, ma anche del made in Italy. Più di un terzo della produzione vitivinicola Comunitaria avviene nel nostro Paese, primo in Europa e seguito da Spagna e Francia, con esportazioni per 7 miliardi di euro all'anno. Il settore -che vale 14 miliardi di euro- temeva che la proposta europea potesse compromettere l'espansione commerciale, soprattutto all'estero. Ma visto che un terzo dei cittadini europei beve almeno una volta alla settimana, un sesto di loro lo fa ogni giorno, sarà stato continentale anche il sospiro, o il brindisi, di sollievo.























