Ursula Von der Leyen continua a corteggiare Giorgia Meloni e i voti di Fratelli d'Italia per essere rieletta presidente della commissione europea. Lo fa con un certo imbarazzo, incalzata dalle domande della moderatrice del dibattito tra candidati presidenti avvenuto a Bruxelles. Imbarazzo perché non vuole allearsi con tutti i conservatori europei, di cui Meloni è presidente, ma fanno parte anche i polacchi del Pis che hanno compresso lo stato di diritto in patria o gli spagnoli Vox pieni di neofranchisti. "Giorgia Meloni è sicuramente pro-europea, è molto chiara anche sulla questione di Putin ed è pro stato di diritto. E in quel caso possiamo offrire di collaborare". "No, scusi la interrompo per capire bene, lei è pronta a con l'ECR?" "No, non è quello che ho detto. Voglio essere molto chiara, io non ho detto questo, parlo di membri del parlamento europeo, vediamo dove si collocano". "Per controllare le politiche di Meloni su LGBTQ per esempio, non la turbano?" "No, io ho un approccio completamente diverso". "Però non è una linea rossa allora". "No, non parlo di gruppi, io parlo di deputati". "Von der Leyen insomma spera di avere i voti dei conservatori italiani guidati da Meloni e l'opposizione degli altri stranieri che siedono nello stesso gruppo. Un auspicio che spaccherebbe i conservatori europei di ECR, ora che alla loro destra si è spaccato il gruppo di Identità e Democrazia". Alla fine i tedeschi di alternative Fur Deutschland infatti sono stati espulsi dal gruppo di estrema destra europeo. La rottura con il Rassemblement National di Marine Le Pen e con la Lega che rappresentano la maggioranza dei deputati di ID è stata cruciale. L'imbarazzo per le posizioni del deputato deputato Krah che si è rifiutato di definire tutte le SS criminali ed sospettato di intelligence con la Cina, sono stati i motivi della rottura che ormai pare definitiva.