Voto Russia meno libero che mai tra blocco social e censura

15 set 2021
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Candidati che assumono lo stesso nome degli sfidanti per confondere gli elettori, escamotage burocratici per escludere dalla corsa i membri dell'opposizione, l'organizzazione di Navalny bollata come estremista. Gli analisti internazionali parlano di questo voto che andrà a comporre il nuovo Parlamento Nazionale russo, come del meno libero, degli ultimi decenni. In particolare, a stringersi di più, nell'ultimo anno, sono stati i controlli sul mondo digitale. Nella Russia di oggi, infatti, i social media sono la principale fonte di informazione dopo la TV pubblica, controllata dallo Stato. Ecco perché la lista dei media on-line, etichettati come "agenti stranieri" dal Cremlino, si è allungata vistosamente. Uno strumento indiretto, che chi conosce il mondo russo dell'informazione e della politica, non esita a definire, di censura. La pressione esercitata dal Governo, ha colpito duramente anche le piattaforme social, ormai molto popolari in Russia, come Facebook e Tik Tok, divenute il centro principale delle attività critiche e di protesta. Mentre Rostelecom, colosso russo delle telecomunicazioni, ha provato a bloccare i server Google e Cloudflare, che consentono di accedere a siti e app vietati nel Paese, come quella ufficiale di Alexei Navalny. Tra l'entità che operano sotto l'etichetta di "agente straniero", da anni c'è l'autorevole Levada Center, centro sondaggi indipendente. Non solo meno libera, la campagna elettorale per questo vuoto legislativo, viene definita come: non esistente. Solo i sostenitori del partito di Putin, "Russia Unita", sono stati incoraggiati ad andare alle urne, tramite bonus economici dell'ultimo momento, indirizzati a famiglie numerose, pensionati e dipendenti pubblici. Gli altri, i giovani soprattutto, non sono stati incoraggiati a partecipare. Di conseguenza, proprio mentre on-line si alimenta il dibattito sui temi esclusi dai media tradizionali, come diritti e leggi PTQ e corruzione, tra i giovani il disimpegno politico è crescente, ce lo conferma Ivan, 18enne, che lavora come fotografo freelance a San Pietroburgo e ha visto spesso i suoi colleghi venire malmenati dalla Polizia, durante le proteste anti Cremlino.

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