Tutti i vertici delle principali aziende tecnologiche statunitensi hanno fatto i loro auguri a Trump, nonostante i rapporti non idilliaci di molti di loro con il Tycoon, e in parte unendosi al collega Elon Musk grandissimo sostenitore del presidente. Un esempio. Trump aveva ipotizzato che Mark Zuckerberg, CEO di Meta, potesse finire in prigione a vita se avesse usato le sue piattaforme per danneggiare la sua campagna elettorale. Questioni aperte anche con Jeff Bezos, CEO di Amazon e proprietario del Washington Post, che però negli ultimi giorni proprio sul giornale aveva suscitato enormi polemiche impedendo la pubblicazione di un endorsement per Kamala Harris. Trump non ha mai fatto segreto di considerare gli ambienti della Silicon Valley troppo progressisti e gli scontri tra lui e i vari dirigenti della Valley nel tempo non sono mancati. Dopo il risultato delle elezioni però una collaborazione tra la sua presidenza e questi settori sembra inevitabile e i nodi da sciogliere non mancano. Punto primo: intelligenza artificiale. Trump ha annunciato l'intenzione di revocare l'ordine esecutivo di Biden che impone restrizioni per mitigare i rischi dell'AI. Una mossa potenzialmente favorevole per le aziende ma che restano nell'incertezza di non sapere quali saranno le nuove regole. Ci sono poi i social media. Trump ha criticato le piattaforme per una presunta censura nei confronti del pensiero conservatore e ha promesso di adottare misure per affrontare il problema. Su questa linea Zuckerberg aveva lamentato pressioni su Meta da parte della Casa Bianca per eliminare contenuti legati al Covid-19. Infine le politiche antitrust. Un contenzioso antitrust è stato aperto, durante la sua amministrazione, con Google, un'azienda che il suo vicepresidente, J.D. Vance, ha sostenuto di voler smembrare.