Le sirene iniziano a suonare all'alba. Sono le 5:55 quando un nuovo pesante attacco russo sveglia la capitale ucraina con una serie di esplosioni. Diversi droni di fabbricazione iraniana danneggiano abitazioni ed edifici amministrativi senza fare vittime. Altri 13 vengono abbattuti dalla difesa antiaerea, come confermato dal presidente Zelensky. L'allarme cessa soltanto tre ore più tardi, ma il governatore della regione esorta i residenti a restare nei rifugi, una seconda ondata di attacchi viene infatti ritenuta estremamente probabile nelle prossime ore. Secondo il capo dell'amministrazione militare l'obiettivo erano, ancora una volta, le reti delle infrastrutture energetiche ormai da tempo nel mirino di Mosca. Mentre si registrano nuovi blackout, gasdotti, linee di trasmissione elettrica e diverse abitazioni vengono danneggiate anche nella città di Nikopol'. Attacchi che sarebbero la risposta russa a indiscrezioni di stampa recentemente circolate, secondo cui Washington avrebbe pronto un piano per inviare a Kiev missili per la difesa aerea Patriot. Non solo, uno dei droni kamikaze lanciati questa mattina sulla capitale, secondo quanto riferito dalla portavoce dei servizi di soccorso, riporterebbe la scritta in russo "Per Ryazan", un chiaro riferimento al bombardamento del 5 dicembre scorso alla base aerea militare vicino a Mosca, nel quale morirono tre soldati è un bombardiere russo, utilizzato per colpire l'Ucraina, fu danneggiato. Un episodio che il Cremlino ha da subito attribuito a Kiev, ma nessuna rivendicazione ufficiale è mai arrivata. E un'escalation potrebbe arrivare nei prossimi mesi. Tra gennaio e febbraio, secondo il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba, la Russia avrebbe infatti intenzione di lanciare una nuova grande offensiva.























