Mentre Pechino mostra i muscoli a Taiwan, Zelensky tende una mano a Pechino. Intervistato da un quotidiano cinese, il Presidente ucraino dice di essere in cerca di colloqui diretti con Xi Jinping per avere aiuto a porre fine all'invasione russa dell'Ucraina. La speranza di Zelensky è che la Cina presti il fianco e usi il suo potere economico e politico per spingere Mosca a conformarsi alle norme internazionali. Fino ad oggi però, il Governo cinese ha mantenuto una delicata equidistanza sul conflitto ucraino, senza mai prendere posizioni nette né a favore di Putin, né di Kiev. Ma, mentre la diplomazia in buona sostanza tace, a risuonare sono i bombardamenti russi nell'est dell'Ucraina. Di nuovo l'esercito russo ha colpito una fermata di autobus, uccidendo almeno 8 civili. Questa volta è successo a Toretsk, nella regione di Donetsk sotto il controllo di Kiev. Il 29 luglio era successo a Mykolaiv. Civili bersaglio dei bombardamenti russi, ma per Amnesty International anche Kiev avrebbe violato il Diritto Internazionale mettendo in pericolo gli abitanti di 19 villaggi e città, usando scuole e ospedali come basi militari. Attacco respinto dal Governo ucraino, secondo cui Amnesty International partecipa alla campagna di disinformazione e propaganda russa. Intanto il Direttore Generale dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, Rafael Grossi, ha espresso forte preoccupazione per la centrale nucleare Ucraina di Zaporozhzhia occupata dalle forze russe: "È completamente fuori controllo - ha detto - ogni principio di sicurezza è stato violato." In questo contesto il Presidente turco Erdogan vola a Sochi per incontrare, per la seconda volta dall'inizio del conflitto, Vladimir Putin. L'energia in primo piano nell'agenda, per evitare che Mosca stringa i rubinetti con Ankara. Per il leader turco, un'occasione per riaffermare la sua centralità oggi in un qualsiasi dialogo con Mosca.