Abbiamo bisogno di più armi, non ci basteranno mai, stiamo difendendo il nostro Paese. Il Presidente ucraino Zelensky si rivolge così agli Stati Uniti, pur ringraziandoli per quanto stanno facendo. Ma conta anche la velocità con la quale le armi arriveranno: servono subito, per combattere contro la Russia, dice il leader ucraino, che nonostante la smentita della Casa Bianca, sostiene che Joe Biden andrà presto a Kiev. Il Presidente ucraino ha anche invitato nel suo Paese Emmanuel Macron, perché veda che è in corso un genocidio. Mentre sul fronte Orientale, l'esercito russo avanza prepotentemente, Zelensky si mostra per nulla intimidito, ma dice di non voler essere ricordato come un eroe. Ripete che non è disposto a cedere il Donbass per porre fine alla guerra con Mosca. E anzi, il suo esercito è pronto a combattere una battaglia che potrebbe influenzare il corso dell'intera guerra. La diplomazia arranca. Secondo alcune fonti, il miliardario russo Roman Abramovich, sarebbe impegnato a far riprendere i colloqui tra Russia e Ucraina, ma le posizioni restano sempre molto distanti. Il Ministro degli Esteri di Kiev Kuleba, ha negato alcun contatto diplomatico e indicato la situazione di Mariupol, come la linea rossa. La priorità di Putin, è raggiungere i suoi obiettivi militari, come ha confermato alla NBC il Cancelliere austriaco, che lo ha incontrato pochi giorni fa. Il Presidente russo però, avrebbe detto di essere disponibile a partecipare ad un'inchiesta internazionale sulle atrocità commesse a Bucha. La minaccia di Putin di utilizzare l'arma nucleare, dunque potrebbe restare tale, ma non viene sottovalutata. Come nemmeno le intimidazioni del Capo del Cremlino a tutti i Paesi dell'Occidente, tra i quali anche l'Italia, che stanno mandando aiuti militari all'Ucraina. E a questo punto è difficile capire se si tratta di provocazioni, oppure se davvero Mosca è pronta a intervenire militarmente contro i coinvolgi di aiuti diretti verso Kiev.