10 anni dopo il movimento 5 s fa i conti con il cambiamento

13 ott 2019
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Chi siete? Chi siamo? È inutile pensare che abbiamo la stessa identità di dieci anni fa, non è così. Sferza, gioca, è ironico, insomma, Beppe Grillo, che a dieci anni dalla nascita, fa quello che fa da sempre con il suo movimento in pieno cambiamento. È un momento straordinario. È la Napoli di Luigi Di Maio e di Roberto Fico ad accogliere l'ormai tradizionale festa di quello che non doveva diventare un partito e che ora invece governa il Paese e che sul palco della prima serata accoglie il Presidente del Consiglio. Conte raccoglie applausi e consensi anche se parla del Movimento dicendo voi e mai noi, ma soprattutto scalda la platea quando cita proprio lui, Beppe Grillo e poi affonda nei confronti di Salvini. Un premier che parla anche di manovra e di lotta all'evasione. Vogliamo lavorare a un patto, un patto che i cittadini onesti, un patto contro l'evasione. Perché dobbiamo pagare tutti di più le tasse? Perché alcuni non le pagano. Sssicura ancora una volta di non voler formare un proprio partito, ma di voler lavorare bene con quelli che ci sono. Conte: un Governo che ha un'intesa ricorda Luigi Di Maio, che proprio ai microfoni di Sky Tg24 mostra estrema cautela, per non dire freddezza davanti alla proposta di Nicola Zingaretti, di andare verso un'alleanza stabile tra Movimento 5 stelle e il Pd. Non sono in questo momento all'ordine del giorno altri patti regionali e tantomeno patti nazionali. Dal palco il Ministro degli Esteri annuncia che l'Italia chiederà uno stop corale alla vendita di armi alla Turchia, ma da capo politico del Movimento deve guardare anche alle difficoltà del suo partito, alle assenze, alle correnti e ai malumori. Per questo si dice pronto ad annunciare una riforma che consente una maggiore collegialità e coinvolgimento. Una linea che non può essere che sposata dal Presidente della Camera Roberto Fico. Le sue le parole più vicine a quelle di Grillo. Chi siamo oggi, che strada vogliamo percorrere, dove vogliamo andare, che movimento vogliamo essere in futuro? Sicuro non possiamo essere il movimento delle origini. Sul palco anche Davide Casaleggio a difendere la sua creatura Roussau come sempre a ricordare il padre, Gianroberto, e il motivo per cui esiste il Movimento che, dice, è fare la differenza. E l'abbiamo fatto.

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