Da un lato l'intensa attività diplomatica, dalla missione a Washington del prossimo 10 maggio e prima ancora l'intervento al Parlamento Europeo di martedì 3, i contatti con Kiev e Zelensky, dall'altro il piano economico, la frenata del PIL, l'inflazione crescente, il caro bollette che mettono in difficoltà famiglie e imprese. Il Governo e il Presidente del Consiglio lavorano su due fronti, due fronti caldi, perché le distinzioni nella maggioranza non mancano. Il nuovo pacchetto di aiuti sul caro energia è in arrivo e il decreto sarà varato lunedì. Le cifre si aggirano tra i 6 e gli 8 miliardi ma c'è chi nella compagine di Governo, dalla Lega di Salvini al Ministro dem Orlando chiede di più, chiede uno scostamento di bilancio, più deficit per sostenere chi più ha subìto gli effetti della crisi, ma è sull'invio di armi che l'aria si fa più tesa. L'esecutivo va avanti con il nuovo decreto interministeriale, forte fa sapere, nel pieno rispetto della autorizzazione ricevuta dalle camere, linea sposata dal segretario PD Letta, come ricorda la vicepresidente del Parlamento Europeo Picierno in missione a Kiev dove ha incontrato i consiglieri diplomatici di Zelensky. "Si tratta appunto di aiutare un popolo che legittimamente si sta difendendo e sta resistendo ad una invasione brutale." Anche l'opposizione di Fratelli d'Italia si schiera per il sì. "Io credo che, diciamo così, bisogna consentire agli ucraini di difendersi, per un fatto di giustizia e anche per aiutare un processo di pace." E' nella maggioranza che però arrivano i distinguo, dal Carroccio di Salvini e soprattutto dai 5 Stelle che con Conte chiedono al Governo di riferire in aula. Siamo favorevoli a sostenere l'Ucraina ai fini di una legittima difesa ma non a inviare armi sempre più letali che porterebbero a una spirale di progressiva escalation militare, ribadisce l'ex premier.