Non si vedevano da gennaio, i tre leader del centrodestra. Erano i giorni delle elezioni del Presidente della Repubblica. Prima la rottura, sul bis di Mattarella, e la distanza tra i partiti della coalizione, poi le frecciate, i distinguo, i messaggi incrociati. Più volte annunciato nelle scorse settimane ma mai attuato, il momento dell'incontro arriva con un pranzo ad Arcore. Troppe le questioni sul tavolo, a partire dalle alleanze, alle amministrative di giugno. Abbiamo trovato l'accordo sui candidati di 21 città annuncia Berlusconi davanti al cancello della villa in un pomeriggio d'estate anticipata, ne mancano cinque. Ma troveremo l'intesa. Anche su quelle. Al ballottaggio, promette il centro-destra unito e vivo dice il leader di Forza Italia. Centrodestra unito e, d'altronde è così evidente che, se si disunisse, perderemmo le elezioni e vincerebbe la sinistra, che soltanto un pazzo potrebbe pensare di mandare all'aria questa coalizione. Ci possono essere differenti posizioni su certi argomenti ma sull'argomento principale si vince se si è uniti non c'è alcun disaccordo possibile. A proposito della guerra e all'indomani delle sue critiche a Biden e all'Europa, prima dell'incontro Berlusconi aveva precisato mai avuto dubbi che, quella subita dall'Ucraina, sia un'aggressione. Un atto di forza inaccettabile. Molto soddisfatto dell'incontro, fa sapere Salvini, dopo aver lasciato Arcore: è un'ottima giornata dice, meno netta Giorgia Meloni che in una nota fa sapere l'unità della coalizione non basta declamarla. Occorre costruirla nei fatti e ricorda come manchi ancora l'accordo sulla ricandidatura di Musumeci in Sicilia.