Una trentina di casi di rilievo investigativo e la testimonianza di alcune persone che avrebbero disconosciuto la propria firma. A questo è arrivata la Procura di Bologna, partita dall’esposto presentato da due ex attivisti del Movimento 5 Stelle all’indomani delle elezioni regionali del 2014, per presunte irregolarità nelle liste pentastellate. Al momento, risultano iscritti nel registro degli indagati quattro esponenti grillini: Marco Piazza, Vicepresidente del Consiglio comunale, chiamato in causa in quanto certificatore delle firme raccolte; Stefano Negroni, dipendente comunale e segretario di Piazza, che avrebbe ricoperto l’incarico di autenticatore; due donne militanti coinvolte in irregolarità. Il Capogruppo in Consiglio comunale a Bologna e leader del Movimento in regione, Massimo Bugani, parla di un esposto architettato ad arte nei suoi confronti. “Io, lo sapete tutti, essendo collaboratore di Casaleggio per anni e tuttora con Davide Casaleggio e amico di Grillo da tantissimi anni, quando ci fu quell’esclusione eccellente del consigliere regionale De Franceschi, molti erano arrabbiati con me perché non mi opposi a quell’esclusione. Ma andare a elezioni regionali nel 2014 con un consigliere indagato per peculato sarebbe stato un suicidio per il Movimento 5 Stelle. Chi ha fatto l’esposto era collegato a questa persona esclusa e noi non possiamo escludere che ci sia stata qualche polpettina avvelenata. Detto questo, siamo a piena disposizione degli inquirenti”. “Attenzione a fare parallelismi con il caso siciliano”, spiega. “Là si parla di firme ricopiate e, quindi, falsificate, qua si parla di 20 firme su 1.400 forse prese fuori dal territorio, ma firme vere di persone che volevano firmare. Però, se ci sarà intanto un rinvio a giudizio e qualora dovesse arrivare una condanna, ovviamente le persone saranno espulse dal Movimento. Ovvio che poi valuterò anch’io in quel caso, perché su queste persone splendide sento anche una responsabilità politica”.