I nuovi sviluppi del caso Almasri vedono una delle presunte vittime del generale libico presentare una denuncia per favoreggiamento contro Meloni, Nordio e Piantedosi. Mentre le polemiche sull'iscrizione nel registro degli indagati di premier e ministri non accennano a calare. "Iscrivere nel registro degli indagati il Presidente del Consiglio, due ministri, il sottosegretario è una cosa ridicola che fa danno all'immagine dell'Italia nel mondo". E il fronte delle tensioni politiche si aggiorna con le varie strategie delle opposizioni per cercare di costringere la premier a riferire in Parlamento. I 5 Stelle, con un fiume di interventi di dieci minuti l'uno sul decreto Cultura, in aula alla Camera, che di tutto parlano tranne che dell'argomento in discussione, di fatto rallentano clamorosamente i lavori. "Giorgia Meloni deve chiarire al Paese, a tutti i cittadini, perché lei, donna, madre, cristiana, ha imbarcato e ha consentito tutti gli onori di un volo di Stato per sottrarre alla giustizia internazionale un boia". Il Pd, da parte sua, idea non condivisa però dai 5 Stelle, arriva a paventare una sorta di Aventino: "Non siamo disponibili a riprendere i lavori di quest'Aula nella giornata di domani, se non ci sarà una risposta adeguata alla richiesta che anche oggi ribadiamo. Perché noi stiamo continuando a chiedere il dovuto". Alla fine il Governo sul decreto Cultura potrebbe porre la fiducia. E nel frattempo, l'ipotesi che prende corpo, è che siano i ministri della Giustizia Nordio e dell'Interno Piantedosi a riferire in Parlamento. Disponibilità che potrebbe arrivare nelle prossime ore, durante le previste conferenze dei capigruppo. .