Nel polo di Centrodestra le acque sono poco agitate. Si naviga verso un programma comune praticamente già fatto. Fra i temi principali ci sono quelli economici e fiscali tradizionalmente cavallo di battaglia delle formazioni che compongono la coalizione come la Flat Tax rilanciata da Salvini e Berlusconi, quelli della sicurezza e dell'immigrazione, quelli, stavolta particolarmente sensibili, della conferma di un atlantismo senza se e senza ma. Anche la gestione di ambiente e territorio trova gran spazio e c'è un capitolo giustizia. Berlusconi non ha ancora sciolto la riserva se candidarsi o no. Meloni ricorda a tutti che chi prende più voti propone il Premier e potrà essere lei. Salvini ammette che il patto è quello ma dice che chissà alla fine chi sarà in testa. Comunque sarebbe bene che un leghista andasse al Viminale. Di fatto il vero tema di eventuale preoccupazione riguarda tutto il fermento nell'area di Centro riaperto da Calenda. Forza Italia presenta il simbolo e sottolinea: "Nella coalizione di Centrodestra un Centro forte, radicato, con principi saldi, che non cambia posizione in cerca di qualche seggio in più". Fratelli d'Italia prende di mira proprio Calenda. "È anche una bolla mediatica che mi fa venire il sospetto che non avendo la possibilità il Centrosinistra di rendersi competitivo con l'accordo con Calenda il sistema si sia organizzato attraverso Calenda e inducendolo a sfilarsi da questo accordo per puntare su cosa? Per puntare sull'instabilità". Intanto dopo l'arrivo delle due liste messe in campo dai centristi è quasi chiusa anche la redistribuzione dei collegi. A loro, anziché 11, dovrebbero andarne fino a 16. "Scegliere i moderati del Centrodestra è importante ed è importante per ridare credibilità e forza alla proposta del Centrodestra. E poi saranno gli elettori giustamente con il loro voto a scegliere chi sarà il Premier. Se sceglieranno Giorgia Meloni sarà il prossimo Presidente del Consiglio".