Su di noi nemmeno una nuvola, canta Pupo un secondo dopo la fine del comizio unitario del centro dx. Erano circa 3 anni, dalle regionali in Emilia Romagna che Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi non salivano insieme sullo stesso palco. Lo fanno a Roma in una Piazza del Popolo piena ma non colma con poche nuvole su di loro e su un centro-destra che sente di avere a portata di mano la vittoria nelle elezioni. Per evitare malintesi infatti si scansano i temi su cui ancora oggi non c'è una visione comune, applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, scostamento di bilancio, posizionamento europeo e sanzioni alla Russia. Berlusconi evoca la libertà come radice comune della coalizione. "Siamo uniti, noi siamo qui e siamo la maggioranza vera dal paese. L'Italia non vuole essere governata dalla sinistra." Maurizio Lupi invita la sinistra a smetterla di dipingere il centro-destra come il mostro perché fa solo del male all'Italia. Salvini promette. Se il centro-destra andrà al Governo darà subito luce ad un nuovo intervento sulle bollette. "Primo atto del Governo di centro dx in carica, se non lo fa il Governo attuale, decreto energia per bloccare subito gli aumenti delle bollette della luce e del gas. Ci sono migliaia di aziende che rischiano di chiudere, non ce lo possiamo permettere." Giorgia Meloni chiude nel suo stile all'attacco. L'Italia del Partito Democratico finisce il 25 di settembre. Andremo a caccia fino all'ultimo voto. "Ma questa nazione si è già turata il naso troppe volte signori. Forse è arrivato invece il momento di respirare a pieni polmoni, perché l'aria che si respira qua intorno è aria di libertà. E' arrivato il momento di non turarsi più il naso." Sono 1.100 i metri che dividono Piazza del Popolo da Palazzo Chigi, la campagna elettorale dal Governo. Tre giorni invece dividono le ambizioni del centrodestra dal responso dei cittadini.