In silenzio, per cercare di scongiurare la scissione, ma tra Conte e Grillo non c'è nessun segnale di disgelo, Luigi Di Maio va a casa dell'ex Presidente del Consiglio, un'ora il colloquio e al termine bocca cucita così come in silenzio rimane Beppe Grillo dopo gli strali che hanno, di fatto, bruciato il nuovo corso. A far rumore è la decisione di Vito Crimi, Beppe Grillo gli aveva dato 24 ore per organizzare il voto del direttivo sulla piattaforma Rousseau, minacciando conseguenze, anche legali, se non avesse seguito la lettera dello Statuto. Crimi, con una mail, gli ha comunicato che il voto si farà, sì ma non sulla piattaforma indicata da Grillo ma sulla piattaforma Sky Vote, forse il punto di non ritorno in questa guerra di silenzi e nervi, in cui prova ad inserirsi la diplomazia interna del Movimento. Il capogruppo alla Camera Crippa, a nome dei parlamentari ha chiesto un incontro a tutti e due. I deputati vogliono anche poter discutere lo Statuto messo a punto da Conte, "ci mancherebbe" ha detto l'ex Presidente del Consiglio uscendo da casa, "sono sempre a disposizione del Parlamento". Di Maio ha avuto un fitto colloquio anche con il Presidente della Camera Roberto Fico. Il movimento ora cerca un'ultima disperata mediazione, ma Giuseppe Conte starebbe preparando la prossima mossa, la creazione di gruppi parlamentari autonomi, sarebbe la faglia insanabile di questo terremoto che sta destabilizzando il Movimento, che fa sentire la sua onda d'urto anche al Campidoglio. Quattro consiglieri del Comune di Roma, infatti, hanno lasciato il gruppo. Virginia Raggi ora non ha più la maggioranza in consiglio comunale, su 49 voti i 5 stelle ne hanno 20 compreso quello della Sindaca. L'opposizione chiede le dimissioni di Virginia Raggi ed è pronta a mettere sul piatto anche una mozione di sfiducia già nei prossimi giorni.