Conte punta su stati generali e intanto vara family act

12 giu 2020
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Ore a dir poco intense per Giuseppe Conte, che mentre mette a punto gli stati generali previsti nel weekend, nelle prossime ore a Palazzo Chigi incontrerà il pm di Bergamo, che stanno indagando sulla gestione dell'emergenza coronavirus. Ma intanto ha anche lavorato per ricompattare la sua maggioranza. In questa direzione vanno gli incontri con i gruppi parlamentari, oltre che l'approvazione di un provvedimento molto caro sia ai democratici che a Italia Viva come il Family act. Sono misure per sostenere la genitorialità e la funzione sociale, educativa delle famiglie per contrastare un grosso problema che stiamo riscontrando in Italia negli ultimi anni: la denatalità. Per valorizzare ancor più la crescita armoniosa delle nostre bambine dei nostri bambini e dei giovani e per favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile. Si parte dall'assegno universale, spiega il Ministro Bonetti, che parla di momento storico e chiarisce gli aspetti salienti. L'assegno universale unico per tutti i figli mensile è un sostegno alle spese educative e al ruolo educativo delle famiglie è un incremento della rete dei servizi educativi a sostegno delle famiglie, in particolare per la fascia 0-6. Una riforma dei congedi parentali con una maggiore corresponsabilità tra padri e madri, l'incentivo al lavoro femminile. La maggioranza in queste ore prova a guardare con ottimismo gli stati generali e l'assenza del centrodestra è cosa ormai data per assodata, la linea è quella dettata da Salvini e Meloni. Ricordo che sono scaduti in queste ore gli emendamenti è scaduto, la presentazione degli emendamenti al decreto rilancio, sono 55 miliardi di euro che il governo sta spendendo, più i 25 miliardi che abbiamo già autorizzato col Cura Italia sono 80 miliardi, sono un'ipoteca sul futuro dell'Italia. Se si vuole parlare con noi si parla di questo. E non facciamo passerelle nelle ville mentre ci sono milioni di italiani che perdono il lavoro. Vani, dunque, i tentativi più concilianti di Silvio Berlusconi che ribadisce la necessità di una nuova fase costituente per far ripartire il Paese.

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