Tre incastri, date certe, strategie sotto traccia e possibili scenari si guarda al terremoto politico che ha colpito il Governo gialloverde. Calendario alla mano, sono due date segnate in rosso: la prima il 20 agosto, quando il Presidente del Consiglio Conte sarà in aula al Senato per le sue comunicazioni sulla crisi, mentre, dall'altra parte, Matteo Salvini va avanti sulla sua strada e annuncia che in quella data sfiducerà il premier. "Noi stiamo ragionando di futuro. Temo che in questi minuti, mentre noi ragioniamo di futuro, di ponti, di strade, di tasse, qualcuno stia ragionando di poltrone. Speriamo che non ci siano giochini di palazzi. Che gli italiani possano essere governati da chi ha perso le ultime elezioni, tutte, una dopo l'altra, sarebbe democraticamente curioso". Salvini che rilancia anche la proposta di votare subito la riforma costituzionale taglia parlamentari e di rinviarne l'attuazione alla prossima legislatura. E qui ecco la seconda data segnata in rosso: il 22 agosto, quando sotto i riflettori ci sarà la questione del sì finale alla riforma costituzionale proprio sul taglio ai parlamentari. Date incrociate, un calendario politico che non convince tutti. Un percorso che secondo fonti vicine al Quirinale, troverebbe a questo punto le perplessità del Colle. Intanto i pentastellati sul blog delle stelle, vanno all'attacco di Salvini chiedendo le dimissioni. Sullo scacchiere politico poi ecco le mosse del Pd. Il Partito Democratico in queste ore è alla ricerca di unità, ma sul tavolo ci sono le possibili convergenze tattiche con i 5 stelle, anche se non mancano le polemiche, le tensioni e i tanti dubbi. Il capogruppo dem alla Camera, Graziano del Rio, dice chiaramente: "Il Pd è pronto ad un patto di legislatura con i 5 stelle, ma solo se di largo respiro. In caso contrario meglio tornare alle urne". Una roadmap ancora tutta da tracciare.