La totale incredulità era partita già giovedì con una Confindustria senza parole rispetto ad una crisi di Governo che il Paese ora davvero non si può permettere. Da allora, una pioggia a cascata di Draghi resti, whatever it takes, l'invito lanciato dal cosiddetto partito del PIL: imprenditori, manager sindacalisti, associazioni di categoria e seguito da altri, tanti altri. All'Italia produttiva ed intenzionata a far sentire la sua voce, per evitare di affrontare al buio una fase delicata come quella che sta vivendo l'Italia, si aggiungono i sindaci delle maggiori città italiane e gli enti locali. Il Paese ha bisogno di stabilità, si legge in una lettera bipartisan aperta che porta tra le 11 anche le firme dei primi cittadini di Milano, Roma Genova, Torino, Firenze, Venezia e dei presidenti di Anci, Upi e Ali che puntano il dito contro quelli che definiscono gli irresponsabili. Dal governatore ligure Toti un analogo appello a Draghi affinché resti al suo posto e la richiesta agli altri presidenti di regione di unirsi alla sua perché, la caduta del Governo Draghi metterebbe a rischio molti investimenti. Non è il tempo di lasciare solo chi da oltre 2 anni combatte in prima linea la battaglia ancora in corso contro il Covid; è l'appello delle professioni socio-sanitarie rivolto al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute Speranza. Non è il tempo, lamentano, di fermare o rallentare lo sforzo straordinario per rendere più forte e moderno il nostro servizio sanitario e per portare avanti riforme e investimenti attesi da anni. Poi, ci sono i titolari di farmacia rappresentati da Federfarma; anche loro, in una nota, esprimono grande preoccupazione e rivolgono un appello alla politica tutta affinché faccia ogni sforzo possibile per tutelare il Paese dai gravi rischi che incombono, garantendo la continuità dell'azione del Governo presieduto da Mario Draghi. Anche per loro: whatever it takes.