Dal Russiagate al Tav, le tensioni dentro e fuori il Governo

24 lug 2019
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I 5 Stelle che lasciano l'Aula, l'assenza di Salvini, l'affondo del Partito Democratico. Dentro e attorno al Senato si consuma l'ennesimo strappo all'interno del Governo gialloverde, già in tensione dopo il via libera all'alta velocità. Il Ministro dell'interno si tiene alla larga da Palazzo Madama, considerando il caso Russia solo fantasie e chiacchiere, ma risponde a distanza Conte e quell'accenno al ritorno in Parlamento in caso di crisi. “Che bisogno c'è di andare a lasciar pensare che ci possano essere altre maggioranze, raccolte un po' qui e un po' là come i funghetti nei boschi del Trentino in Parlamento, magari recuperando uno Scilipoti qua o uno Scilipoti là. Se c'è un Governo, il Governo è questo e va avanti con i sì, se qualcuno pensa a giochetti di potere o di Palazzo ha sbagliato persona, ha sbagliato Ministro, ha sbagliato partito con la Lega ed ha sbagliato Paese con l'Italia e gli italiani di oggi”. E il capo politico dei 5 Stelle torna sul tema dell'alta velocità, il Movimento è da sempre contrario all'opera dice in una diretta Facebook, non dobbiamo lasciarci dividere, il progetto si può fermare, basta votare in Parlamento. Sulla protesta del Gruppo in Aula ribadisce che il gesto nulla ha a che fare con le scelte di Conte. “Io devo dire che ho piena fiducia in Giuseppe Conte, lo ringrazio per il lavoro che sta facendo e nello specifico lo ringrazio anche per essere andato al Senato della Repubblica oggi a riferire sulla Russia, ma credo fosse un atto non dovuto, perché lì ci doveva andare qualcun altro a riferire sulla questione Russia e probabilmente non staremmo parlando da settimane di questa questione, bastava un intervento in Aula. Ed è per questo che i nostri senatori hanno voluto segnalare questa assurdità in Senato, non partecipando alla seduta”. Anche Grillo torna a criticare la Torino -Lione, sono molto scontento dice, decida il Parlamento. Dopo le polemiche delle ultime ore, tutte interne al partito, il PD annuncia la mozione di sfiducia contro Matteo Salvini. E' il segretario Zingaretti a spiegare le motivazioni di una scelta fatta, spiega, a garanzia di tutti gli italiani. “Sono giorni che chiediamo al Ministro Salvini semplicemente di dire la verità e di venirla a dire in Parlamento, su presunte tangenti dalla Russia sulla collocazione internazionale dell'Italia, sulla sicurezza del nostro Paese e le sue alleanze”. Il Ministro non risponde neanche al Presidente della Camera, e oggi il Presidente Conte ha ammesso che dal Ministro Salvini non ha avuto nessuna notizia. Per questo è giusto presentare una mozione di sfiducia a garanzia di tutti gli italiani”.

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