Partiamo dai numeri, quelli dell'industria militare europea, che li fornisce direttamente l'amministratore delegato di Leonardo: "Dei turnover complessivo dell'industria della difesa in Europa è stato 118 miliardi nell'anno passato. Negli Stati Uniti è stato 200, perché gli Stati Uniti spendono molto di più il procurement è una quota più limitata. Dopo di che la cosa interessante è che l'Europa esporta il 39%, gli Stati Uniti il 9%". Abbiamo 27 ministeri della difesa nella UE, spiega Profumo parlando da un convegno dal titolo ambizioso: "Verso un'Unione per la difesa". Abbiamo doppioni degli stessi prodotti militari, aggiunge, dovremmo dunque pensare ad una mappa tecnologica per poter capire quali competenze salvare se dobbiamo realizzare una difesa comune europea. "Siamo arrivati in un momento in cui per svariati motivi la difesa comune europea non è più rimandabile, non lo è per la sopravvivenza stessa dell'Europa, non lo è per la tutela degli interessi industriali dell'Europa". Graziano rilancia dunque il progetto, essendo del resto a capo dell'attuale comando militare della UE, affermando che gli investimenti europei, già pesanti in ambito militare, debbano essere aumentati per questo scopo comune. Con la guerra in Ucraina, l'emergenza umanitaria in atto e la crisi economica che si profila sia in ambito energetico che alimentare, parlare di spese militari più consistenti resta però un nodo scottante. "L'adozione della bussola strategica è un passo importante ma è un primo passo, a cui ne devono seguire altri, con eguale coraggio e con uguale ambizione per realizzare un processo di integrazione ancora più profondo".