Ddl processo penale, i pilastri della riforma

15 mar 2017
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Processo penale: si cambia, anche con l’obiettivo di velocizzare il verdetto. Le pene minime verranno innalzate per furti, rapine e voto di scambio, per assicurare così la certezza della pena. Ma non solo: è prevista una stretta per le pubblicazioni non penalmente rilevanti, una tagliola per i tempi massimi concessi alle procure per esercitare l’azione penale, il nuovo ordinamento penitenziario, tempi di prescrizione dei reati più lunghi in caso di condanna in primo grado e in appello, ed estinzione del reato per condotte riparatorie. Ecco il dettaglio delle modifiche: la pena minima per i furti in abitazione passa dai tre ai sei anni, per il furto aggravato dai due ai sei anni; la pena per la rapina semplice e per quella aggravata passa da quattro a dieci anni, e per l’estorsione aggravata da sei a sette anni. Pena aumentata da quatto a dieci anni e da sei a dodici anni anche per il voto di scambio politico-mafioso. L’Esecutivo ha chiesto il taglio del 50 per cento delle risorse per le intercettazioni, ma questo, assicura, non inciderà sugli ascolti e non sono previste pene aggiuntive per i giornalisti. Carcere fino a quattro anni per chi diffonde conversazioni registrate fraudolentemente per danneggiare la reputazione di qualcuno. Tempi più lunghi per la prescrizione: dopo una sentenza di condanna di primo grado, si introducono delle parentesi di sospensione dei termini della prescrizione, tre anni in totale, diciotto mesi fra primo grado e appello; altrettanti tra secondo grado e Cassazione, per dar modo ai giudizi di impugnazione, di poter disporre di un periodo congruo per il loro svolgimento. C’è poi una norma che concede al massimo tre mesi alle procure, prorogabili per altri tre, per chiedere il rinvio a giudizio o il proscioglimento al termine delle indagini preliminari. Un modo per non tenere appeso l’indagato per lungo tempo, ma che l’Associazione nazionale magistrati ritiene inammissibile perché porterà le Procure al collasso. Vengono disciplinate le intercettazioni effettuate con virus informatici, i cosiddetti trojan, prevedendo che si possa procedere in tali casi ad intercettazione ambientale senza limiti solo per mafia e terrorismo. Il Guardasigilli, Andrea Orlando, si è impegnato a varare i decreti attuativi entro tre mesi.

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