Diversificare. L'obiettivo è chiaro: affrancarsi il più possibile dal gas russo. Non sarà facile, ci vorrà tempo e forse non lo si potrà fare del tutto, quanto meno in pochi anni. Ma è proprio nella piena consapevolezza che trovare un unico fornitore equivalente nei fatti è impossibile, che il Governo si sta muovendo. Gli oltre 29 miliardi di metri cubi che arrivano da Mosca sono tanti. E tanti sono i contatti intrapresi dal Premier Draghi e dalle missioni del Ministro degli Esteri Di Maio. L'Algeria su tutti e e quei 9 miliardi che arriveranno in 2 anni. Ma anche le tappe in Qatar e Azerbaijan, c'è l'Egitto delle polemiche e poi soprattutto l'Africa sub-sahariana, dove si concentra ora il Governo. Una missione importante che nelle speranze potrebbe portare un altro tassello, altro gas nel nostro Paese. Il Presidente del Consiglio non è potuto partire, causa Covid, ma una conversazione telefonica con il Presidente dell' Angola ha anticipato l'arrivo dei ministri Di Maio e Cingolani a Luanda. "Oggi abbiamo raggiunto un importante accordo con l'Angola per l'aumento delle forniture di gas. Abbiamo firmato una dichiarazione di intenti, firmata dai ministri dell'Energia, per la parte italiana, il Ministro Cingolani, sia per sviluppare nuove attività del settore del gas naturale e aumentare l'export verso l'Italia, sia per progetti congiunti a favore della decarbonizzazione e transizione energetica dell'Angola." Da Luanda, i due ministri, insieme all'Amministratore Delegato Eni Descalzi, si sposteranno in Congo. Ultima tappa nei prossimi giorni in Mozambico. Sul tavolo la determinazione italiano a limitare il più possibile il peso di Mosca e il suo impatto sul piano energetico.