Election day 2022, Taranto al voto sognando un futuro green

01 giu 2022
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Le pale del bell'eolico entreranno presto in azione ma qui a Taranto sono in pochi a credere che riusciranno ad allontanare dalla città le nubi di un passato ancora presente e terribilmente ingombrante. La svolta green, di cui il più grande impianto eolico offshore del Mediterraneo vuol essere solo il punto di partenza, non può infatti prescindere da quella ambientalizzazione della più grande acciaieria d'Europa, che la città aspetta ormai da troppi anni. Monsignor Filippo Santoro, arrivato a Taranto nel 2012 proprio mentre la vertenza Ilva esplodeva, la sfiducia dei tarantini la percepisce ogni giorno e appena può se ne fa portavoce. "Dicevo nel precetto pasquale all'Ilva, aiutateci ad avere speranza ma non come è accaduto in tutti questi anni, cioè che ci sia un effettivo cambiamento di rotta, un cambiamento di rotta e si può fare, si può fare con l'utilizzo del gas, si può fare con l'utilizzo dell'idrogeno e dei forni elettrici." Ad essere convinto che il futuro di Taranto passi da una siderurgia finalmente carbon-free, prima ancora che dallo sviluppo del porto e delle rinnovabili, è anche un apprezzato economista come Gianfranco Viesti che ricorda però come su questo terreno la partita si giochi da sempre a Roma. "Le grandi scelte energetiche sono scelte nazionali, sono scelte del Governo e anche la questione Ilva è una questione nazionale, cioè non è una questione del futuro dei tarantini, solo del futuro dei tarantini, è una questione del futuro dell'Italia. Siamo capaci, come i tedeschi e gli austriaci, di fare acciaio in modo ecologicamente sostenibile? Dobbiamo riuscire a rispondere sì." Considerazioni, quelle di Viesti, che ci riportano alla realtà di un appuntamento elettorale che rischia ancora una volta di fotografare una città distante e disinteressata. "La pazienza sta veramente terminando perché se noi pensiamo che a luglio saremo a 10 anni dal sequestro degli impianti e ancora questa questione non è risolta, per tanti versi e ancora le questioni della salute, su cui noi battiamo da tempo, non sono risolte e ancora una valutazione dell'impatto sanitario che avranno gli impianti nel nuovo assetto e nell'attuale assetto non viene data a questa città, chiaramente questo non favorisce il fatto che la gente abbia voglia di votare." Eppure forse i tempi per ripensare il futuro di Taranto e liberarla finalmente dalla trappola dell'acciaio sono davvero maturi. "Taranto è nel cuore di tutti i pugliesi e deve esserlo di tutti gli italiani perché è una città che ha sofferto morte e malattia in una maniera inconcepibile e quindi dobbiamo essere tutti dei grandi tifosi di Taranto, Taranto blu col mare, Taranto con attività universitarie, Taranto col suo museo, una Taranto ricca e diversificata.".

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