La foto del G7 o sarebbe meglio dire della storia dei G7 resterà questa, Papa Francesco che siede al tavolo dei leader. Li sprona a fare il meglio, a far sì che la politica sia una forma di carità che mette sempre l'uomo al centro. Giorgia Meloni lo aveva accolto poco prima, alla scaletta del suo elicottero, emozionata ed orgogliosa, consapevole di aver portato a casa un risultato unico e forse anche di avere smorzato polemiche che in sua assenza avrebbero avuto un'evoluzione diversa. "Grazie, per questa prima volta di un Pontefice al G7. Grazie per le sue parole che sono chiaramente fonte di ispirazione per ciascuno di noi." Il vertice, sulla carta, prosegue fino a sabato, ma di fatto si conclude con la cena del venerdì. Molti leader lasciano già la Puglia; nelle conclusioni c'è tutto ciò che sta cuore all'Italia. L'uso degli asset russi per l'Ucraina e l'impegno contro trafficanti di esseri umani, il piano Mattei e poi i diritti civili senza la parola aborto. Alla fine anche chi storceva il naso non poteva bloccare i lavori del G7. Meloni nel faccia a faccia con Biden riafferma che il Governo italiano, al netto dei distinguo in casa, sarà sempre al fianco di Kiev anche quando ci sarà da ricostruire. Lo ripete ad Erdogan e ai leader del Sud globale che ha voluto qui. Millei dell'Argentina, con cui scherza e ride a lungo, Lula dal Brasile, Modi dall'India, i paesi dell'Africa. Occidente e Global south non dovranno mai essere su fronti opposti. Una sorta di legacy del vertice italiano, con la convinzione che tutto questo possa essere utile tanto per fermare Putin quanto per contenere la Cina. Fuori i colori e il calore della Puglia e quell'ulivo, simbolo di pace, che tutti si augurano possa posare le proprie radici là dov'è la pace è ancora lontana.