La strada sembra ormai segnata, con un nuovo decreto, che potrebbe arrivare a stretto giro, introducendo altre restrizioni. Per Conte la parola lockdown resta tabù. Ma di fronte all'aumento costante dei contagi ad un'Italia frammentata da provvedimenti slegati tra loro, si potrebbe decidere per misure più coerenti a livello nazionale. Rallentare è la parola chiave, non chiudere, anche se le attività non essenziali dovranno fermarsi, convegni, congressi, fiere, ma anche sale gioco e soprattutto lo sport professionistico, palestre, piscine, gare dilettantistiche rischiano seriamente lo stop. Inevitabile sembra anche la stretta sui grandi centri commerciali nel fine settimana, mentre a parrucchieri ed estetisti per restare aperti verranno chieste ulteriori misure di sicurezza. Ma è sui trasporti che si metterà mano in maniera decisa, rivedendo quella soglia di occupazione dell' 80 %, ormai non più sostenibile. Scuole aperte, ma con il 50% a distanza per le superiori. Infine il capitolo più annoso, chiusure notturne per tutto il Paese con le inevitabili conseguenze su ristoranti e locali. Potrebbero scattare le 23:00, ma c'è chi spinge per anticipare ulteriormente. Si punta a non intervenire sulla mobilità tra le regioni, l'obbligo di stare a casa la sera basterebbe da sola a dissuadere dagli spostamenti non necessari.