Passa ancora da Parigi uno degli snodi della politica estera italiana, dopo che sull'asse Francia-Italia si è consumato un nuovo scontro. Dopo le accuse lanciate dal Primo Ministro transalpino François Bayrou, giovedì si terrà all'Eliseo la riunione del gruppo dei volenterosi, presieduta dal Presidente Emmanuel Macron e dal Premier britannico Keir Starmer, che ospiterà, tra gli altri leader, il Presidente ucraino Zelensky. Giorgia Meloni non dovrebbe volare a Parigi, ma parteciperà in videocollegamento. Il fossato che divide Palazzo Chigi dal Presidente francese riguarda il dispositivo di sicurezza post bellico per garantire la pace a Kiev. Macron non esclude l'invio di truppe europee sul terreno, ma l'ipotesi di "boot on the ground", stivali sul terreno, è osteggiata dalla Premier. Per il Governo bisognerebbe far scattare, per la difesa dell'Ucraina, l'applicazione dell'articolo 5 della NATO, che prevede l'intervento a protezione di un alleato quando viene aggredito da un nemico. Per il leader della Lega Matteo Salvini c'è una linea rossa che non va mai superata. "Su una cosa non transigo, e gli altri dicano e facciano ciò che vogliono, finché c'è questo Governo non manderemo mai un soldato italiano a combattere e a morire in Ucraina e in Russia. Noi non siamo in guerra e non vogliamo essere in guerra, punto". Il grande freddo calato tra Parigi e Roma, innescato dai duri attacchi di Salvini a Macron, invitato ad indossare un giubbotto antiproiettile e ad imbracciare il fucile per andare a combattere in Ucraina, è stato alimentato anche dal Premier Bayrou che ha additato il nostro Governo, colpevole a suo dire di agevolare con il dumping fiscale l'accoglienza di ricchi stranieri con aliquote vantaggiose, a cui Palazzo Chigi ha replicato con un lapidario "ricostruzioni infondate". Per il Governo sono ben altri i Paesi in Europa che incentivano l'esodo fiscale dei paperoni, ed invita Parigi ad unirsi nella lotta contro chi gioca sporco. .























