Diplomazia da un lato, fermezza ma anche pragmatismo dall'altro. L'Italia continua a muoversi su più fronti, due su tutti: accoglienza ed energia. Se infatti il contesto diplomatico militare, vuoi per status del Paese, non siamo una potenza bellica, vuoi per realismo, spingersi oltre porterebbe a ripercussioni difficilmente sopportabili dalla nostra economia, ci vede più marginali, la linea della fermezza nel no al conflitto si sposa con quella dell'assistenza al popolo ucraino. Ma il Governo continua a lavorare, soprattutto guardando al futuro. Tamponare gli effetti restrittivi che la guerra porterà sulla crescita del PIL e al tempo stesso diversificare l'approvvigionamento energetico, per affrancarsi, come del resto tutta l'Europa, dal gas russo. Certo ci vorrà tempo, almeno 24 mesi secondo le stime, ma l'iniziativa del premier Draghi va avanti, dopo l'incontro con Ursula von der Leyen e le telefonate con l'Emiro del Qatar e il premier azero, da dove parte il gasdotto TAP, e con i viaggi del Ministro degli Esteri Di Maio ad Algeri e Doha. Come dire a ognuno il suo ruolo e sebbene non ai principali tavoli della negoziazione, di fatto l'Italia lavora per dare il proprio contributo in linea con gli altri partner europei e atlantici. Accoglienza con gli oltre 20 mila profughi già arrivati nel nostro Paese, con ultima circolare del Viminale che allerta i Prefetti nel sollecitare le vaccinazioni e nell'essere pronti a intervenire nella ricerca di alloggi, di fronte a ondate progressive di arrivi. E poi, il sostegno ai confini ucraini. Laddove è giunto per una missione il leader della Lega Salvini, contestato però per le sue posizioni storicamente vicine a Putin. Il sindaco di una cittadina al confine tra Polonia e Ucraina, ha prima ringraziato l'Italia e poi ha mostrato una maglietta con il volto di Putin e rivolgendosi a Salvini ha detto: io non la ricevo, venga con me al confine a condannarlo. Leader leghista che di fronte alle contestazioni si è difeso: siamo qui per aiutare bambini e famiglie, lanciando un appello a chi volesse portare soccorso. In Italia c'è poi chi, come Giorgia Meloni, avverte sulle ricadute delle sanzioni imposte a Mosca.