L'arresto per Giovanni Toti arriva a inizio Maggio, l'accusa pesante: corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio. E il terremoto politico economico che sconvolge la Liguria è di ampia portata, con 25 indagati e 10 destinatari di misure cautelari. Per quello che ora è l'ex governatore della regione, le sue dimissioni sono datate 26 luglio, scattano subito i domiciliari, perché per la procura di Genova Toti avrebbe chiesto aiuto a diversi imprenditori per ben quattro appuntamenti elettorali, quando pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la sua campagna elettorale, secondo i magistrati, avrebbe messo a punto un meccanismo corruttivo con cui ottenere finanziamenti. L'arresto di Toti per il Gip di Genova, Paola Faggioni, è motivato dal pericolo di reiterazione del reato, ad incastrarlo ci sarebbero una nutrita serie di intercettazioni. Nell'inchiesta che ha toccato Genova e la Liguria sono coinvolti anche il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, accusato anche di corruzione elettorale aggravata perché commessa al fine di agevolare il clan mafioso dei Cammarata di Riesi, che gli avrebbe assicurato il voto. L'imprenditore Aldo Spinelli, insieme al figlio Roberto e l'ad e direttore generale di Iren ed ex presidente dell'autorità portuale di Genova Paolo Emilio Signorini. L'unico indagato finito in carcere. Soprattutto è sulla figura di Spinelli, il re del porto di Genova, intorno al quale tutto girava che si sono concentrate le indagini, sarebbe stato lui a sostenere la campagna elettorale di Toti per oltre 74mila euro, il più importante corruttore dell'ex governatore ligure e di Signorini. Aiuto in cambio di vari aiuti per sveltire pratica immobiliari, ma anche per l'assegnazione di più spazi portuali e dei lavori di costruzione della diga di Genova con i fondi del PNRR. Per Toti, Signorini e Spinelli il processo doveva iniziare il 5 novembre, ma il patteggiamento ha evitato all'ex presidente della regione Liguria di arrivare in aula.