Fine vita. Esiste la legge regionale che è stata poi impugnata dal governo e adesso attendiamo ovviamente il pronunciamento della Corte Costituzionale. Ma al di là della Consulta ritenete che sia importante che la Regione intervenga sulla materia e in che direzione? E il Servizio Sanitario Nazionale deve avere un ruolo nel suicidio assistito? Ve lo chiedo, perché come sapete, per il momento la proposta di maggioranza in Parlamento non lo prevede. Si parte da Tomasi. "Grazie. Io credo che la politica su questo abbia fallito perché non è questo governo, ma sono anni, che nessun Parlamento porta una legge sul fine vita per farne una nazionale omogenea su tutto il territorio. Finalmente però c'è una legge in Parlamento che sta per essere discussa. Su questo le sensibilità sono multiple, anche all'interno delle stesse coalizioni, sia di Centrosinistra e di Centrodestra, perché scuote profondamente le nostre coscienze, il nostro credo, il nostro rapporto con la vita e con la malattia. Quindi se ne discuta in Parlamento, si faccia una legge nazionale univoca e omogenea su tutto il territorio nazionale. Però il Sistema Sanitario Nazionale ha anche un altro obiettivo: quello di tutelare la vita. Vorrei che se ne parlasse di più, soprattutto in un momento dove la demografia ci insegna che stiamo perdendo giovani, nascite, quindi parlare di vita, tutelare la vita, tutelare i malati e creare anche con la Regione più servizi per il fine vita, quindi penso agli ospice e alle cure palliative. Quindi credo che la Regione abbia il grande compito di concentrarsi su questi e a livello nazionale di fare una legge finalmente uguale per tutti". Il Servizio Sanitario Nazionale deve avere un ruolo? Mi scusi Tomasi, questa è parte della domanda di prima. "A tutela della vita, perché salva la vita, cura, come prevede la nostra Costituzione, le persone e tutti i nostri concittadini in modo equo e paritario". Giani, fine vita anche per lei e il ruolo del Servizio Sanitario Nazionale. "La legge sul fine vita medicalmente assistita, che è stata approvata dalla Toscana, dal titolo Disposizioni Organizzative per l'attuazione della Sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019, è stata la volontà della nostra Regione di dare seguito a ciò che prescrive la Corte Costituzionale, la quale ha dichiarato non punibili i medici che portassero a un trattamento umano, perché quello che è importante è la dignità umana, anche nei momenti delicati come il fine vita, dove una persona sia totalmente dipendente da sistemi meccanizzati, dove la sofferenza per la patologia sia destinata a diventare sempre più forte, dove la patologia di per sé, da un punto di vista scientifico, non può che peggiorare. Ecco in queste condizioni la volontà del paziente. E noi questa legge l'abbiamo approfondita, sviluppata. Alla fine l'hanno votata 27 consiglieri regionali, 13 contrari e 1 astenuto, meno della metà di quelli che l'hanno approvata. Ma io devo dire che ho trovato un riscontro nelle testimonianze, nelle interviste, nelle parole, di quanto la società civile in questo caso anticipasse la politica e ci ha spinto a una legge di grande dignità umana. Una legge che abbiamo fatto perché il Parlamento non decideva. Ma ora vedete con noi la legge Sardegna, che è stata approvata l'altra settimana, insomma una legge di civiltà per la Toscana". .























