Inchiesta Consip, presunto cartello per spartirsi appalti

07 ago 2017
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Favoritismi e aggiudicazione dei lotti in ritardo per dare tempo agli interessati di mettersi d’accordo. Il reato ipotizzato è quello della turbativa d’asta ma ancora una volta è la corruzione alla base del nuovo filone d’inchiesta sugli appalti Consip, la centrale acquisti della pubblica amministrazione italiana già al centro, dallo scorso marzo, di uno scandalo per corruzione che ha coinvolto l’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, alcuni dirigenti della società e sfiorato l’ex premier Matteo Renzi, attraverso il coinvolgimento di suo padre, Tiziano, e del ministro amico, Luca Lotti. Ora il fronte su cui ha chiesto di indagare l’Autorità Anticorruzione riguarda il presunto cartello che tre aziende avrebbero formato per spartirsi il mega bando da 2,7 miliardi di euro per appalti nella pubblica amministrazione in uno scenario senza alcuna concorrenza e sovrapposizione nella presentazione delle offerte. Le tre società sarebbero Romeo Gestioni, Manutencoop e Cns. Dubbi circostanziati sulla gara e presentati dall’Autorità guidata da Raffaele Cantone alla Procura di Roma che ha in carico l’inchiesta per competenza. Un fascicolo che ipotizza, appunto, un accordo tra queste aziende per spartirsi i lotti principali della gara FM4 nell’affidamento di servizi dalla pulizia alla manutenzione di uffici in una serie di palazzi istituzionali a Roma.

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