La Consulta decide martedì sugli 8 referendum

12 feb 2022
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Otto quesiti referendari, sei riguardano la Giustizia, uno l'eutanasia e l'ultimo la cannabis. Se martedì prossimo la Corte Costituzionale li dichiarerà ammissibili, potrebbero essere sottoposte al voto popolare in una domenica della prossima primavera. I sei quesiti sulla Giustizia sono stati promossi dai Radicali, dalla Lega e da nove Consigli Regionali di centrodestra e intervengono in maniera incisiva su questa materia. Riguardano infatti, l'elezione dei consiglieri togati del CSM, la Responsabilità Civile e le valutazioni sulla professionalità dei Magistrati, la separazione delle carriere tra Giudici e PM, la carcerazione preventiva e la Legge Severino. L'Associazione Luca Coscioni è invece tra i promotori del referendum che vuole introdurre l'eutanasia legale. Si chiede l'abrogazione parziale dell'Art. 579 del Codice Penale, l'omicidio del consenziente, che punisce con la reclusione da 6 a 15 anni, chi procura la morte di una persona con il suo consenso. In caso di esito favorevole, non sarebbe punibile l'eutanasia attiva se compiuta nelle forme previste dalla legge sul consenso informato e il testamento biologico, e in presenza dei requisiti introdotti dalla sentenza della Consulta sul caso Cappato. L'ultimo quesito è sulla cannabis, nello specifico il quesito propone di intervenire sia sul piano della rilevanza penale, per quanto riguarda le condotte legate alla cannabis, sia su quello delle sanzioni amministrative in riferimento alla detenzione. Obiettivo: depenalizzarne la coltivazione e l'uso personale. Martedì dunque, è atteso il pronunciamento della Consulta. Dobbiamo impegnarci al massimo per consentire il più possibile il voto popolare, ha ribadito il neopresidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato. I referendum, ha proseguito, sono una cosa molto seria e perciò bisogna evitare di cercare ad ogni costo il pelo nell'uovo, per buttarli nel cestino.

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