A sinistra, tanto per replicare a chi pensa che da quella parte hanno sempre lo sguardo rivolto all'indietro, e chissà, visti i tempi, se non sia un complimento. A sinistra continuano a sorvegliare Romano Prodi, le sue parole, le sue mosse. Chi con timore, chi con speranza. Indifferenza mai. Se ne può dedurre che il professore, sempre da quelle parti, è tutt'altro che ininfluente. E con lo stesso sguardo all'indietro potete vedere, aguzzando la vista, pure Pierluigi Castagnetti, il Partito Popolare, poi Margherita, più o meno sulla stessa mattonella di Prodi, che evidentemente è distante da quella che occupa e vuole occupare Elly Schlein, sia per il tempo che per lo spazio politico. Lungi dall'esserle indifferente, Elly è una che, occhio e croce, teme le parole del professore. Forse ha ragione, visto che con perfida bonomia, nelle sue parole, si possono quasi sempre trovare ragioni perché il PD debba cambiare segretaria e segreteria. Il professore non è per nulla d'accordo con uno molto vicino, almeno così è parso finora, alla segretaria, cioè Dario Franceschini. Generazione di mezzo, diciamo. Franceschini consiglia, per vincere le elezioni, di presentarsi separati a sinistra, ognuno con il suo programma. Evidenziare le differenze per moltiplicare i voti. Una legge più proporzionale di quella in vigore aiuterebbe. Prodi, ovviamente pensa, ha sempre pensato e ha pure vinto con la formula contraria. Per moltiplicare i voti bisogna presentarsi uniti in nome di un programma comune. L'ultima volta 300 pagine, su ognuna tracce di lacrime e sangue degli estensori. Nel nome di un'idea forte, però. La politica è compromesso, spesso doloroso. Il dibattito a colpi di interviste si dimostra, guarda un po', divisivo. Schlein è testardamente unitaria, ma solo su quello che già unisce. Il resto va sotto il tappeto finché c'è spazio. Verdi e Sinistra vogliono il programma condiviso, alla Prodi. A Conte, quella di Franceschini pare una buona idea. Ha appena rifondato il partito, non può rinunciare a nessun briciolo di identità. Contarsi, per tutti. Sembra la cosa più importante. Mentre il mondo, tranne poche e deboli eccezioni, va dall'altra parte, a destra. Forse più a destra di quanto la stessa destra vorrebbe. Un'altra riflessione sul campo largo e non si troverà più nemmeno un terreno di gioco. .