Si chiama base elettorale. Ogni partito o schieramento ne ha una. E nessuna è per sempre. Ora, succede che gli agricoltori italiani, almeno quelli che fanno capo alle grandi organizzazioni di rappresentanza, siano stati da un po' di tempo guardati dalla destra con un occhio di riguardo. Soprattutto la destra di Fratelli d'Italia. Soprattutto la destra della Lega. Meno il centrodestra di Forza Italia. La tumultuosa crescita del partito di Giorgia Meloni è, anche, dovuta al fatto che la premier ha convinto gli agricoltori di essere al loro fianco. Ha esposto più volte alla pubblica opinione il suo rapporto privilegiato con Coldiretti, ricambiata dall'associazione. Ma in qualche modo il messaggio che Fratelli d'Italia è vicina alle istanze, alle esigenze, al peso della categoria sull'intero sistema Italia è passato e non solo agli associati di Coldiretti. Nello stesso elettorato la diminuzione di popolarità della Lega è apparsa simmetrica e contemporanea. I numeri del 2022 sembrano testimoniarlo. Ora, a pochi mesi dalle europee, la questione agricoltura torna rumorosamente all'attenzione del governo. Che deve correre ai ripari rispetto ad alcuni provvedimenti, primo fra tutti la reintroduzione dell'IRPEF agricola, che lo hanno allontanato da quell'elettorato. La questione va risolta subito e possibilmente senza strascichi. E sembra questione tutta interna alla maggioranza. Fratelli d'Italia si muove per non perdere quella base elettorale, la Lega per farla migrare verso Matteo Salvini, Forza Italia per non rimanere ferma prigioniera dei trattori. Meloni promette nuova attenzione, ma non miracoli. La Lega quasi disconosce decisioni che comunque ha avallato e votato. Nell'opposizione, un certo imbarazzo. Si sottolinea l'incoerenza, il balbettio del governo di fronte ai trattori in piazza, nelle strade e nei comunicati da leggere eventualmente all'Ariston. Ma c'è qualche difficoltà a schierarsi con un'agricoltura che ha bisogno di lavoro e reddito, ma vuole mettere da parte, almeno per un po', la questione ambientale. Siamo in aperta campagna. Elettorale.