La Guida: Salvini, Le Pen e le decisioni difficili

22 mag 2024
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Mica vero che il denaro non puzza mai. Se proviene dal marcio, se ci è stato dentro tanto tempo, il lezzo a volte può renderlo difficilmente spendibile, oltre che legalmente perseguibile. E così pure il consenso, quindi i voti, in politica. Quelli di Alternative fur Deutschland, che molti prevedono il numero non irrilevante, hanno cominciato a puzzare davvero troppo da quando Maximilian Krah, fino a poche ore fa capolista di Afd alle europee, ha dichiarato che non tutte le SS erano criminali, che tra loro c'erano tanti ignari, immaginiamo onesti, contadini tedeschi e bla, bla, bla. Ora, delle nostalgie naziste di quel partito tutti sanno, e quindi a maggior ragione sanno Salvini e Le Pen, leader del gruppo comune di riferimento al Parlamento Europeo, Identità e Democrazia. Però si fa sempre un sommario calcolo del rapporto tra costi e benefici, lo fanno tutti, beninteso, non solo a destra, e si può decidere che il beneficio in termini di voti è più importante del costo politico di legarsi a colleghi un po' particolari. Ma così forse è troppo. Il costo politico di legarsi a chi vuole riverniciare il tragico bruno della difesa delle SS non è sostenibile da nessuno che ambisca a contare qualcosa in Europa e non limitarsi a dare testimonianza, falsa, di un passato tragico. Tra le varie voci di quel costo c'è che, già prima delle incaute parole di Krah, la presenza di Afd tra gli identitari è il maggior ostacolo all'obiettivo di unità delle destre del continente, in prospettiva di riformare in Europa una maggioranza simile a quella formatasi in Italia. L'ostacolo non è ancora rimosso. Krah si è dimesso per non creare problemi, dice lui, ma non è stato espulso. Le Pen e Salvini concordano su sanzioni per i colleghi tedeschi prima delle elezioni. Di certo è in corso un ragionamento sulla loro presenza tout court tra le fila di Identità e Democrazia. Rimuoverebbe il dito nell'occhio, sì, ma resterebbero comunque granelli di sabbia fastidiosi. Tajani continua a dire che con Le Pen non vuole fare maggioranza. E Weber, il capo dei popolari europei, dice che la prima opzione dopo le elezioni è quella di riformare la maggioranza con liberali e socialisti. E anche degli inglesi non ci sono più, si chiama work in progress.

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