E se alla fine fosse tutto inutile? Il dubbio accompagnerà alle urne molti elettori baresi. Sulle votazioni che dovranno designare il successore di Antonio Decaro grava infatti l'incognita dello scioglimento del Comune, che annullerebbe lo stesso voto. L'ipotesi, estrema ma pur sempre possibile, dipende dalle conclusioni cui perverrà la Commissione d'accesso nominata dal Ministro Piantedosi all'indomani dell'inchiesta "Codice interno" per valutare eventuali infiltrazioni mafiose nel consiglio comunale. I tempi si preannunciano lunghi e intanto si vota, facendo i conti con gli strascichi lasciati dalle indagini della magistratura. Dovranno farlo principalmente gli elettori del centrosinistra, divisi dalle inchieste che hanno prodotto indirettamente la rottura del campo largo e l'annullamento delle primarie di coalizione. Da una parte quindi il PD, che con sei liste civiche candida Vito Leccese, 62 anni, ex parlamentare verde e collaboratore di lungo corso di Michele Emiliano prima e Antonio Decaro dopo. Dall'altra Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, comunisti e socialisti a supporto del noto avvocato penalista Michele Laforgia, anche lui 62enne. Una divisione di cui il centrodestra cercherà di approfittare con Fabio Romito, avvocato e docente universitario, il candidato della Lega che a Bari però non ha presentato il suo simbolo. 10 le liste a sostegno del giovane consigliere regionale, che a 36 anni può già vantare una lunga militanza politica. Il consigliere comunale uscente Nicola Sciacovelli, supportato da due civiche è il quarto candidato, mentre chiude la lista il quarantanovenne consulente informatico, Sabino Mangano, ex Movimento 5 Stelle, consigliere comunale tra il 2014 e il 2019. Attorno a questi cinque nomi ruota, imponente come da tradizione l'esercito degli aspiranti consiglieri comunali. Poco meno di 1000 candidati, pronti a darsi battaglia per i 35 seggi a disposizione.