A frenare sull'opportunità di disegnare scenari ulteriormente avversi rispetto all'ultima Nota di aggiornamento del DEF sono arrivati i numeri dell'ISTAT: crescita più robusta del previsto nel trimestre luglio - settembre e, almeno per ora, il NADEF resta un riferimento valido. Fino a quando, però, lo dirà solo l'andamento della pandemia e le decisioni su eventuali nuove chiusure. Se il rischio è che tutto, previsioni e ristori, invecchi troppo presto al confronto con la realtà economica del Paese, contemporaneamente si devono registrare i ritardi già accumulati nella sessione di bilancio tra decretazione d'urgenza e calendari parlamentari riveduti e corretti dal virus. Il passaggio in Consiglio dei Ministri della manovra, già approvata salvo intese, serve per evitare i doppioni per la parte già anticipata dal Decreto Ristori. Non è la sede, non ancora, per ridiscutere saldi, fonti e impieghi, 40 miliardi per il 2021, 23 dei quali in deficit, che, però, vivono, di fatto, in un quadro di incertezza, temporale per quello che riguarda l'arrivo dei fondi europei del Recovery Fund, quantitativo per la necessità di risorse aggiuntive che potrebbero essere necessarie con il prolungarsi dell'emergenza sanitaria. Al momento, i tempi dell'esame parlamentare della legge di bilancio prevedono l'inizio del percorso in Commissione il 5 novembre, l'approdo in Aula il 30. In quel lasso di tempo, come appare sempre più probabile, le decisioni di salute pubblica potrebbero influenzare le previsioni e, quindi, le decisioni sulla finanziaria. Lo stesso Ministro dell'Economia ha ammesso la possibilità di un'ulteriore revisione dell'indebitamento. “L'intonazione della politica di bilancio resterà espansiva per tutto il tempo necessario, utilizzando i margini di manovra all'interno delle stime di indebitamento netto 2020 - 2021 del recente Documento programmatico di bilancio e, se necessario, in caso di uno scenario più negativo, intervenendo in misura anche maggiore.” In un clima politico molto lontano dall'unità più volte invocata, rimettere mano ai saldi della finanziaria in piena sessione di bilancio sembra operazione assai difficile da un punto di vista politico, con le opposizioni che lamentano i ritardi e la mancanza di un coinvolgimento sui progetti da finanziare con i soldi europei e un clima interno alla maggioranza che proprio in questa settimana ha toccato minimi forse storici, per non parlare della sedia vuota al tavolo della legge di bilancio, quella del MES. Con la previsione di nuovo indebitamento, cadrebbe la principale argomentazione di chi non lo vuole e quella sedia sarebbe occupata da un commensale ingombrante e ulteriormente divisivo.