M5S, giornata finale degli stati generali, attesa per i big

15 nov 2020
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Con tanto di correnti e minacce di scissioni, la due giorni di stati generali del Movimento 5 Stelle va verso la sua giornata conclusiva, una sorta di prova per il partito che non voleva essere tale e che in queste ore celebra invece quanto di più simile alla liturgia dei congressi. Oggi sarà la giornata dei big, dei leader da sempre, chiamati a dire la propria, Luigi di Maio, Roberto Fico e Alessandro di Battista arrivano questa tavola rotonda virtuale, ognuno con le proprie truppe, storie e posizioni e ad anni di distanza, forse per la prima volta, si ritrovano più vicini, l'ex leader di Maio e il Presidente della Camera, entrambi a spingere per una gestione collegiale, che pare la strada maestra, una sorta di nuovo direttorio, questa volta si 17. Se, come ne farà parte Alessandro Di Battista è stato più complicato perché nell'ultimo periodo l'ex parlamentare ha puntato dritto contro l'attuale gestione in un'asse sempre più stretto con Davide Casaleggio, e il figlio del fondatore ha lanciato nella prima giornata un affondo durissimo, ha spiegato di aver scelto di non partecipare alla due giorni perché ogni decisione sembra già presa e per paradosso l'accusa si rischia che a scrivere le regole siano coloro che per primi non le rispettano. Parole a cui ha accompagnato la richiesta di rendere noti i voti ricevuti dai 30 relatori che interverranno nel pomeriggio, tra questi ci sono i nomi di spicco dalla ministra Azzolina, agli ex Toninelli e Grillo, ma soprattutto ci sono loro, Di Maio, Fico e quel Di Battista che nell'ultimo periodo ha consolidato il rapporto con il figlio del fondatore, e che pare certo che su Rousseau lo abbiano votato in massa, dando dunque già una chiara indicazione, il capo politico raggiante, Vito Crimi, ha provato a placare gli animi, chiarendo come quella di queste ore sia l'occasione per creare un percorso comune e che sulle preferenze e i voti espressi si sia seguito una prassi consolidata e ogni dato sarà reso noto una volta che sarà definita la nuova guida del movimento. Un richiamo fermo arriva anche dalla terza carica dello stato, ricorda Roberto Fico, come le regole siano state condivise e che gli stati generali sono, parole sue, il momento per volare alto, non per fare prove muscolari. Il palco tra poche ore sarà per il premier Conte che da questa giornata potrebbe anche intuire quanto il partito che lo ha espresso sarà in grado di restare unito e puntellare il Governo.

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